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C'era una volta...
Con queste parole iniziano tutte le favole, questa che vi racconto potrebbe essere una di quelle che le nonne ci raccontavano quando eravamo bambini, in realta' e' la storia di un gruppo di ragazzi che, a meta' degli anni sessanta, appassionati di musica, si ritrovarono nel mezzo di quella bellissima rivoluzione che cambio' il mondo musicale politico e sociale.
Era il '64 avevo dodici anni ed una sera guardando l'allora giovanissima televisione vidi un servizio dove si raccontava di un gruppo musicale inglese seguitissimo dai connazionali, piacevano le loro canzoni, il loro modo di vestire e soprattutto i capelli, lunghi per l'epoca, in realta' solo una simpatica frangetta che copriva la fronte, rimasi colpito ed i giorni successivi cercai i loro dischi nei negozi e rispolverai i libri di solfeggio e teoria musicale.
Iniziammo con gli amici a discutere di quei 'capelloni' inglesi ed imitarli, ero l'unico che aveva conoscenze musicali, avevo studiato pianoforte alcuni anni prima, non mi interessava suonare quello strumento ma come gli altri ero affascinato dalla chitarra, cosi' trovammo un compagno di scuola della classe superiore che 'sapeva suonare la chitarra' e lo convincemmo ad insegnarci qualcosa. Dopo sei mesi avevamo raggiunto l'amico nella tecnica e con lui formammo il primo gruppo, non ricordo il nome, e ci iscrivemmo a qualche concorso per esordienti. Dopo qualche tempo arrivarono le prime esibizioni, tutti i guadagni insieme a quelle poche lire che riuscivamo ad avere dai genitori venivano accantonati per acquistare strumenti, dischi e spartiti, tutti oggetti ed edizioni allora costosissimi, col passare del tempo alcuni, meno motivati preferirono lasciare il gruppo, vennero sostituiti e l'avventura continuo'.
Contemporaneamente un altro gruppo di amici fece la stesse nostre esperienze, ci incontravamo spesso, facevamo anche qualche serata assieme, finche' un giorno incontrandoci scoprimmo che alcuni elementi sia da noi che da loro avevano lasciato, con i resti delle due formazioni poteva nascere una nuova entità, come nome ci piacue il loro: "Gli Esuli", decidemmo che quel nome doveva diventare importante, i componenti erano Gian Carlo, Santo, Piero B., Luciano, Renato ed io.
Preparammo un buon repertorio e dopo pochissimo tempo cominciammo ad esibirci, allora nelle sale si doveva suonare circa tre ore consecutive, non c'erano basi o musica di sottofondo, era tutto affidato all'orchesra quindi la lista dei brani doveva esere lunghissima, il pubblico ci seguiva e noi eravamo contentissimi, nauralmente ogni occasione era buona per metterci in mostra, ricordo che quando venivano affissi i manifesti con le date delle esibizioni e le nostre foto, 'casualmente' passavamo vicino e la scusa per fermarci usciva subito, in fondo avevamo diciasette, diciotto anni per cui...
Quello che vorrei sottolineare e' che non avevamo ricevuto aiuto da nessuno, tutto quello che facevamo era costruito nel bene e nel male solo da noi ed eravamo rigidissimi nel curare la nostra attivita', provavamo tutte le sere che non ci vedevano impegnati in esibizioni, sabato, domenica e festivi compresi, non erano ammesse scuse di nessun gennere per marinare le prove.
Continuammo per molto tempo e cominciammo a sentire la necessita' di produrre un disco, arrivare alla pubblicazione era molto difficile e costava una fortuna, avevamo idee diverse sul come affrontare l'argomento cosi' due di noi, Gian Carlo e Santo, lasciarono il gruppo per dedicarsi ad una autoproduzione, al loro posto entro' Piero R. che suonava il sax, strumento molto richiesto in quel periodo, cosi' l'avventura continuo', entrammo a far parte di una grande organizzazione genovese che ci procurava serate in tutta Italia ed anche noi provammo ad incidere un disco.
Anche con questa formazione facemmo molte serate finche non divenne pesante seguire l'attivita' musicale e lo studio, nonostante fossimo molto impegnati nelle esibizioni eravamo al tempo stesso studenti, gli esami di maturità e le prime esperienze universitarie si fecero sentire cosi' rimanemmo soltanto io e Renato ed avendo ancora serate programmate l'impresario ci trovo' altri elementi per continuare, finimmo le esibizioni previste, ne vennero anche altre ma lo spirito non era piu' lo stesso quindi sciogliemmo definitivamente il gruppo.
Gli Esuli da quel momento non esistevano piu', qualche gruppo successivamente fece serate con il nome, tra i componenti c'era qualche elemento che aveva collaborato con noi, ma nulla di serio per cui non se ne parlo' piu'.
Dopo un lungo periodo di silenzio ho deciso di riprendere quel nome che mi ricorda la mia giovinezza, quindi in questi ultimi anni sui giornali e sui manifesti sono ricomparsi Gli Esuli, l'aspetto e' un po cambiato ma la passione e la voglia sono le stesse, confido che qualche mio vecchio compagno di avventura voglia tornare insieme a noi per "divertirci" come ai vecchi tempi.
Fulvio.
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